La protesi totale è una materia odontoiatrica che ha un fascino particolare, un trattamento tutt’altro che semplice per essere realizzato a regola d’arte.
Parlare di protesi totale, e protesi rimovibile in genere, potrebbe sembrare anacronistico nell’era digitale ma in realtà non lo è affatto.
I pazienti completamente edentuli sono ancora molti e le richieste di trattamenti con protesi rimovibili o protesi totali non sembrano doversi estinguere a breve, almeno stando ai dati delle statistiche demografiche.
Per poter risolvere casi di protesi totale a regola d’arte è necessario che l’operatore abbia profonde conoscenze sull’anatomia e la fisiologia della bocca.
A queste competenze è necessario aggiungere la conoscenza di tecniche di costruzione delle protesi che sono piuttosto articolate e complesse, sempre che si desideri ottenere un risultato di soddisfazione del paziente.
Con il trattamento di protesi mobile totale si riabilita la funzione masticatoria, l’estetica, la fonetica, la funzione di deglutizione e infine ma non per minor importanza l’aspetto psicologico del paziente.
Riabilitare la funzione e l’estetica in ambito protesico totale è un compito piuttosto complesso, tanto che molti odontoiatri preferisco non costruire le tradizionali protesi totali, in quanto ritengono la protesi totale una sorta di tabù da evitare a prescindere.
Nella riabilitazione con protesi totale le strade percorribili sono essenzialmente due, la prima prevede la costruzione di una protesi standard mentre la seconda invece si orienta verso un trattamento più qualitativo, la protesi totale individuale.
Come in tutte le nostre lavorazioni la scelta che prediligiamo è quella del trattamento individuale, a tutela del paziente per un ripristino naturale della menomazione dovuta all’edentulia.
La protesi totale individuale prevede una serie di diversi incontri in studio con il paziente.
La prima seduta riguarda l’anamnesi del caso clinico, in questa fase l’odontoiatra raccoglie i dati utili alla conoscenza delle richieste e delle necessità del paziente, in questa seduta si valutano le vecchie protesi dal punto di vista funzionale ed estetico.
Molto utile e consigliabile, in questa fase, un’analisi psicologica del paziente. La psicologia è un aspetto sovente trascurato ma risulta indispensabile nelle valutazioni diagnostiche, per ovviare a problematiche di accettazione del nuovo dispositivo protesico.
La seconda seduta prevede il rilievo delle prime impronte altresì denominate impronte preliminari.
Sui modelli ricavati dalle prime impronte, l’odontotecnico provvederà a confezionare i portaimpronte, o cucchiai individuali.
Il clinico eseguirà, direttamente sul paziente, l’adattamento dei cucchiai individuali in base al limite funzionale della mucosa mobile.
Per ottimizzare e definire la lunghezza del bordo della protesi, l’odontoiatra, dovrà eseguire un bordaggio del cucchiaio individuale con paste termoplastiche che, una volta indurite, rappresenteranno il limite funzionale del sigillo periferico della protesi.
Questa fase clinica richiede una buona conoscenza dell’anatomia e della fisiologia muscolare del cavo orale, caratteristiche indispensabili per ottimizzare il bordo della protesi e garantire la tenuta della protesi in senso verticale.
In seguito al bordaggio delle basi protesiche il clinico procederà con il rilievo delle impronte definitive.
In laboratorio, l’odontotecnico, costruirà le basi di registrazione per la definizione della dimensione verticale e orizzontale delle arcate dentali.
In studio le basi saranno adattate, dall’odontoiatra, seguendo a seconda della tecnica utilizzata i punti repere anatomici del paziente.
Lo scopo dell’adattamento delle basi di registrazione è quello di ottenere la corretta dimensione verticale delle arcate da ricostruire e la dimensione orizzontale, per orientare i modelli in articolatole e per definire gli spazi estetici disponibili al posizionamento dei denti artificiali.
Questa è una delle fasi più importanti perché definisce il comfort delle relazioni occlusali in termini di altezza degli elementi dentali e della relazione centrica dell’occlusione.
Sbagliando questo passaggio è possibile condannare il paziente ad una lunga serie di ritocchi post inserzione delle protesi o, nel peggiore dei casi, al rimontaggio degli elementi dentali dei quadranti posteriori della protesi.
Le basi di registrazione, adatte sul paziente, vengono inviate al laboratorio per il montaggio dei modelli in articolatore. L’odontotecnico, una volta finalizzata questa operazione, potrà iniziare il montaggio dei denti frontali sulla protesi.
In questo modo il cinico potrà verificare in una sola seduta la relazione centrica sul paziente e contemporaneamente può effettuare una prima valutazione estetica del gruppo frontale.
Questa fase consentirà all’odontotecnico di ottenere la corretta posizione degli elementi anteriori, il vero e proprio punto di riferimento iniziale per il montaggio dei denti posteriori.
Sempre in questa fase l’odontotecnico potrà procedere all’individualizzazione dei denti frontali in termini di modifica della forma e pigmentazione cromatica.
In studio si procederà alla valutazione dell’occlusione, della dimensione verticale definitiva e della statica occlusale. Una volta completati i controlli si procederà, in laboratorio, con la finalizzazione delle protesi con la caratterizzazione delle flange, la polimerizzazione, la rifinitura e la lucidatura delle basi in resina.
La protesi è così pronta per l’inserimento definitivo nel cavo orale del paziente.
Questa è la semplificazione della procedura per la protesi totale tradizionale, quella oggi definita analogica.
In protesi digitale è possibile realizzare una protesi totale?
La tecnologia digitale nella costruzione di una protesi totale individuale è applicabile parzialmente, anche se le tecniche e le metodologie sono allo studio da diversi anni.
La protesi totale completamente digitale, al momento non è ancora possibile realizzarla, alcuni passaggi chiave come ad esempio l’impronta deve essere realizzata ancora con al metodologia tradizionale.
Il limite funzionale della mucosa aderente e di quella mobile non è registrabile, correttamente, con gli scanner intraorali. Questo limite obbliga gli operatori ad adottare una tecnica ibrida, cioè mista tra il metodo tradizionale e quello digitale. Con la tecnica digitale si preferisce fare la scansione dell’impronta analogica, per la costruzione di un modello.
Le basi protesiche realizzate con la tecnologia digitale hanno una buona precisione, forse migliore di quella ottenibile in analogico, sempre che il montaggio dei denti sia stabile perché la tenuta a ventosa della base protesica senza la stabilità occlusale non serve nulla.
La tecnica di gestione dell’estetica, nella versione digitale, è demandata in prima battuta, alla ricerca degli elementi dentali frontali all’interno di librerie digitali che replicano le forme dei denti del commercio, simulando la scelta che in analogico veniva effettuata dal clinico con la tabella forme in vivo.
I materiali oggi disponibili per la tecnica digitale sono diversi in termini merceologici e di costo.
Le basi e i denti possono essere costruite con approcci differenti, considerando che comunque lo scopo di questo tipo di trattamento dovrebbe garantire la miglior qualità per il paziente.
Alcuni materiali, i primi testati nel metodo digitale, presentavano alcune problematiche di manutenzione, le basi non erano ribasabili e veniva meno la possibilità di intervenire sulle protesi per compensare, nel tempo, il riassorbimento osseo del paziente.
Oggi le cialde in PMMA consentono le operazioni di ribasatura nel corso degli anni. Con la tecnica digitale i denti non avranno un’adesione meccanica ma solo chimica mediante incollaggio.
L’aspetto funzionale diventa, anche qui, piuttosto indaginoso rispetto al metodo tradizionale. La funzione delle protesi riprodotta in articolatore virtuale, oggettivamente, non migliora la funzionalità di quelli analogici.
In conclusione la protesi totale digitale è un progetto che deve essere ancora migliorato, per questo motivo al momento è applicabile sono in forma ibrida.
Nel caso della protesi totale è importante valutare il costo dell’operazione “protesi digitale”, ovviamente perché dovrebbe essere venduta a prezzi accettabili in quanto coinvolge alcune fasce deboli di utenti finali, le persone anziane.
La strada intrapresa da diversi gruppi di studio sta portando anno dopo anno la protesi totale digitale a notevoli miglioramenti ma, in questo momento, non è ancora una trattamento alla portata di tutti e sopratutto non è in grado di garantire risultati estetici “abbordabili” alla pari della protesi analogica.