L’interpretazione dell’aspetto estetico, di noi operatori del settore odontoiatrico, molto sovente è diversa da quella auspicata e richiesta dal paziente.
La maggior parte delle volte, capita che il paziente richieda di avere denti bianchi e perfettamente allineati tra loro. Oggi viviamo nell’era dell’omologazione dei canoni estetici della bocca delle labbra e del viso.
È molto frequente ricevere richieste di restauri e rimaneggiamenti estetici anche da parte di pazienti con denti sani e con minimi difetti cromatici e di posizione dei denti.
Queste specifiche richieste, sulle nuove tendenze nell’estetica dentale, provengono anche da pazienti che per tutta una vita sono stati caratterizzati esteticamente da denti non allineati e cromaticamente non propriamente chiari.
Per questi, un sorriso perfetto, può rappresentare un traguardo ma significa anche il cambio repentino della propria fisionomia estetica. In questi casi il livello di difficoltà del trattamento aumenta notevolmente.
Come abbiamo già avuto modo di discutere, in alcuni precedenti articoli, dal nostro punto di vista l’estetica non deve stravolgere completamente l’aspetto del paziente.
È chiaro che il paziente ha tutti i diritti di aspirare ad una nuova estetica e può esprimere la propria opinione, sta a noi però guidarlo verso una soluzione, e un trattamento, che non rappresenti necessariamente un over treatment, piuttosto un miglioramento rimanendo sui canoni estetici legati alla figura del paziente stesso.
Estetica Dentale legata al colore del dente
Un altro dato molto importante da sottolineare è che la maggioranza dei pazienti ha una visione dell’estetica, quasi sempre legata esclusivamente al colore del dente.
Un colore che deve essere molto chiaro, per intenderci la scelta ricade sovente sulla gamma cromatica degli A1, A2, A3.
L’unica eccezione, in questo senso, è rappresentato dalla protesi totale o rimovibile, dove sia interessato il gruppo frontale; in questi casi il paziente, oltre al colore chiaro, tende a richiedere anche una forma dei denti di piccole dimensioni.
La credenza popolare è che i denti di dimensioni ridotte possano garantire una perfetta mimetizzazione delle protesi nel contesto del viso, rendendole meno visibili alle altre persone.
Per questi ed altri motivi possiamo confermare che lavorare seriamente sull’estetica dentale rappresenta un compito piuttosto complesso e articolato.
Affrontare un trattamento estetico, odontoiatrico, richiede in primo luogo un’ottima preparazione clinica, tecnica e soprattutto una buona dose di conoscenza della psicologia del paziente.
Infine, una buona dose di deontologia professionale è necessaria al fine di evitare quelli che genericamente definiamo over treatment, dettati dalle tendenze del momento.
L’aspetto cromatico del dente
Estetica non significa solo denti bianchi, forme tutte uguali e perfezione dell’allineamento dei denti. Una buona estetica è molto altro.
Per comprendere meglio questo concetto possiamo provare ad analizzare l’estetica di un dente naturale.
Una dentatura naturale si compone di una serie di colori e stratificazioni che caratterizzano ogni singolo dente, caratteristiche che poco hanno a che vedere con le piastrelline bianche, tutte uguali, richieste dai pazienti.
Ogni individuo percepisce il colore in modo differente dagli altri.
La percezione visiva è il percorso che regola, individualmente, la visione personale dei colori. Il colore è percepito dall’essere umano grazie ad un fenomeno di fisica ottica, il colore appunto viene visualizzato dall’anatomia dell’occhio e, di conseguenza, trasferito ed elaborato a livello celebrale.
Questa fase suddivisa in tre passaggi rende appunto individuale la percezione visiva del colore per ogni essere umano.
Ogni individuo elabora soggettivamente il colore, nelle sue sfumature e nell’intensità cromatica.
Numerosi studi concordano sul fatto che ogni essere umano è in grado di percepire oltre dieci milioni di colori. Ma questi valori cambiano da persona a persona, proprio perché ogni individuo li percepisce come una sensazione gestita dal proprio cervello che differisce, appunto, da soggetto a soggetto.
La gamma cromatica percepita, inoltre, dipende dalla presenza o meno di difetti alla vista e anche dal sesso dell’essere umano. Per questo motivo non esiste un modo univoco per interpretare il colore.
Un individuo può quindi percepire alcuni colori mentre altri, al contrario, possono addirittura non percepirli.
Alcuni valori relativi all’individualità del dente naturale, fortunatamente, sono misurabili. La traslucenza e la tonalità cromatica sono due elementi di valutazione del dente di primaria importanza, essi incidono notevolmente sulla percezione visiva. Pertanto, utilizzando metodi empirici e non, è piuttosto agevole rilevare il colore che più si avvicina al dente naturale di riferimento.
La traslucenza è la proprietà di un materiale vetroso o trasparente di farsi attraversare dalla luce diffondendola. Non è da confondere con la trasparenza che invece determina la capacità di un materiale di farsi attraversare da un raggio luminoso. Nel nostro caso la traslucenza è influenzata in modo rilevante dal colore del materiale, dallo spessore del restauro protesico e dalla struttura molecolare del materiale stesso. Questi tre elementi si influenzano a vicenda determinando l’effetto cromatico del dente.
La tonalità cromatica invece rappresenta appunto l’aspetto cromatico del dente. A seconda della saturazione delle sostanze naturali, o artificiali, che costituiscono il dente, la tonalità cromatica può variare.
Le sfumature di colore, in un dente naturale, sono infinite ma è possibile ottenere buone indicazioni sulla variazione cromatica del dente grazie alla comparazione diretta con campionari e scale colori delle aziende produttrici di prodotti di rivestimento estetico.
Come accennato in precedenza il dente naturale è una vera e propria opera d’arte, molto complessa nella sua composizione. Il dente infatti è composto da sostanze diverse tra loro ma che unite in un corpo unico che si fa attraversare dalla luce in modo unico.
Il cuore del dente (nucleo) è costituito dalla dentina, la sostanza più cromatica e pigmentata dell’elemento dentale. Sopra di essa lo smalto, oltre a svolgere una funzione di protezione fisica, crea effetti di trasparenze che, con il passare dell’età, possono diventare più marcati e caratterizzati cromaticamente.
Lo smalto e la dentina hanno proprietà ottiche molto differenti che vanno ad incidere sull’aspetto estetico del dente.
Alla luce di questi dati è sempre più chiaro che i restauri estetici tendenti al bianco titanio potranno anche rappresentare un canone estetico di tendenza ma, oggettivamente, poco si rifanno alla vera natura del dente.
Oggi, i materiali dedicati alle riabilitazioni estetiche ci permettono di ottenere risultati molto simili all’aspetto naturale degli elementi dentari.
La scienza dei materiali in ambito odontoiatrico, da decenni, ha raggiunto livelli elevatissimi di riproducibilità dei denti naturali. L’opalescenza e la fluorescenza si aggiungono ai fattori sopra citati e consentono all’odontotecnico di riprodurre ogni singolo particolare estetico delle sostanze naturali del dente.
L’estetica non è solo colore ma è anche e, soprattutto, forma e dimensione del dente. Anche su questo parametro ci sarebbe moltissimo da scrivere.
Il cesello finale è la riproduzione fedele della superficie del dente, che diventa molto rilevante per diffondere in modo adeguato la luce.
Oggi è possibile riprodurre tutto questo con diverse opzioni e procedure.
Prossimamente affronteremo il tema delle tecniche utilizzate per la riproduzione cromatica del dente artificiale.
Dalla stratificazione per apposizione di materiale, alla colorazione superficiale del dente sino ai prodotti pre- stratificati per il fresaggio, analizzeremo pregi e difetti dei vari sistemi e metodi.
Oggi il Laboratorio Odontotecnico Bruno Scarfò rappresenta una delle realtà maggiormente all’avanguardia non solo a Roma ma tutta in Italia.